I pesci morti in laguna non si possono raccogliere. Ieri il sindaco Giorgio Orsoni ha firmato un’ordinanza che prescrive il divieto di raccolta, utilizzo e consumo di pesci e molluschi galleggianti in tutta la laguna, per esigenze di prevenzione igienico-sanitaria: chi non rispetterà l’ordinanza verrà multato.
Una decisione presa in attesa delle definitive valutazioni di Asl e Arpav, che hanno raccolto dei campioni e stanno facendo le analisi per verificare se, come sembra, la morìa è causata dal fenomeno dell’anossia, la mancanza di ossigeno nell’acqua. «I biologi marini e i tecnici di Arpav, con un mezzo nautico messo a disposizione da Ispra, stanno verificando la situazione. Gli esperti controlleranno la presenza di eventuali anomalie e ne daranno informazione in tempo reale» dice l’assessore regionale all’Ambiente Maurizio Conte. Secondo i primi riscontri dell’Arpav la moria dovrebbe essere riconducibile alla fioritura tardiva di alcune specie di alghe dei generi Ulva, Gracilariopsis, Gracilaria ed Agardhiella. La fioritura che in genere avviene in maggio-giugno, si è verificata con un mese di ritardo a causa del particolare andamento meteorologico della scorsa primavera. Il repentino aumento estivo di temperatura ha avuto conseguenze negative con fenomeni di anossia, moria di pesci e cattivo odore soprattutto nell’area di San Giuliano, Campalto e del Ponte della Libertà. Queste zone infatti sono quelle che più risentono da nutrienti (composti di azoto e fosforo) frutto delle attività civili e agricole che arrivano in laguna dal bacino scolante. Un aspetto sottolineato nel dibattito in consiglio comunale anche dall’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin che ha messo nel mirino anche le grandi opere, a partire dal Mose, che hanno modificato l’assetto della laguna: «Dove sono gli interventi di riequlibrio geomorfologico della laguna che dovevano procedere di pari passo con la costruzione del Mose?». La procura ha già aperto un fascicolo per verificare se vi siano responsabilità riconducibili alla moria. «Abbiamo bisogno della massima chiarezza , che abbiamo invocato fin dal primo momento, sulle cause e sulle conseguenze della grave crisi che ha provocato, tra l’altro, la morìa di un’ingente quantità di pesci in laguna», dice Bettin. Nel frattempo, mentre si aspettano i risultati delle analisi dell’Arpav, c’è chi si muove in modo autonomo, come quelli dell’associazione Venessia.com. Ieri Manuel Tizzi ha portato in una scatola una decina di pesci all’Istituto zooprofilattico delle Venezia, sede di San Donà, per un’analisi indipendente delle cause che ne hanno provocato la morte. «Forse già giovedì» dice «avremo i primi risultati».
La Nuova Venezia – 24 luglio 2013