Governo e Regioni vanno verso l’intesa sulla legge di Stabilità, ma il Veneto si smarca dal patto sulla sanità. Questo l’esito del vertice terminato nella serata di ieri a Palazzo Chigi. Per tutta la giornata a Roma è stato un ping-pong a distanza. «Sono disposto a creare una “no fly zone” sulla salute dei cittadini. Ma dico a Renzi: se ha il coraggio, applichi i costi standard», concedeva in mattinata Luca Zaia in piazza Colonna.
«È normale che tutti quelli che ragionano di sanità vorrebbero più soldi. Ma noi abbiamo messo un miliardo in più e diciamo alle Regioni: spendeteli bene, non buttateli via», rilanciava pressoché in contemporanea Matteo Renzi all’Altare della Patria. «Renzi dice che ci sono Regioni che sprecano? È un mio discepolo, lo dicevo da tempo… – ribatteva il governatore. – Ma chi spreca lo devi punire con i costi standard e invece, siccome non ha il coraggio di dire alla Sicilia di smetterla di sprecare, Renzi attua un taglio orizzontale». Replica del premier: «Quando mi si dice che ci sono tagli, mi arrabbio. Non voglio fare polemiche, non voglio demagogie, l’italia sta ripartendo, però non diciamo neanche bugie». E avanti di questo passo, finché finalmente a sera i due si sono visti.
Da una parte del tavolo i presidenti delle Regioni, dall’altra il capo del governo con i ministri della Salute Beatrice Lorenzin, della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e dell’Economia Pier Carlo Padoan, presente anche il sottosegretario veneziano Pier Paolo Baretta. «Abbiamo due strade: o scegliamo il muro contro muro e la demagogia, oppure giochiamo la carta della serietà e noi ci siamo», ha esordito Renzi. Ma al proprio turno Zaia ha ribadito la posizione del Veneto: «I tagli per 450 milioni fra 2015 e 2016 mettono a rischio la nostra programmazione sanitaria», aggiungendo pure ospedali aperti di notte, steward dei Pronto Soccorso e nuovi screening all’elenco della vigilia sulle attività a rischio.
Al termine il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti ha annunciato la convocazione di un tavolo tecnico sui costi standard, «perché vogliamo arrivare alla loro piena applicazione, in modo da offrire ai cittadini servizi più efficienti e più efficaci». Parole apprezzate dal dem Sergio Chiamparino, presidente (dimissionario) della Conferenza delle Regioni: «L’impegno è a valutarne la ricaduta finanziaria già nella legge di Stabilità 2016. L’incontro è stato positivo». Opposta la valutazione delle Regioni di centrodestra del Nord. «Non ci siamo assolutamente divertiti, tagli confermati e nessuna traccia di costi standard», ha dichiarato Zaia, stigmatizzando il fatto che «Renzi non ha sganciato neanche un euro, slogan soliti, posizioni invariate». E lo stesso governatore del Veneto, col ligure Giovanni Toti, era accanto a Roberto Maroni quando il presidente della Lombardia ha parlato a nome dei tre: «Aria fritta, le solite promesse ripetute. Abbiamo chiesto di attuare i costi standard, ci hanno detto che si farà un tavolo che forse nel 2016 porterà a qualche risultato. Quindi per parte nostra assoluta insoddisfazione e delusione».
Angela Pederiva – Il Corriere del Veneto – 5 novembre 2015