Tra Letta, Saccomanni e Visco regna l’ottimismo, anche se gli ultimi dati sono tutt’altro che rassicuranti, dal crollo degli utili delle banche all’allarme di Confindustria sulla spesa delle famiglie. Il governo affronta anche il tema Mps, schierandosi contro l’avviso di Bruxelles
“Ai primi segnali di inversione del ciclo colti dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, si sono aggiunte nuove conferme negli ultimi giorni”. Così durante il vertice a Palazzo Chigi, spiegano fonti di governo alle agenzie di stampa, il premier Enrico Letta e il governatore di Bankitalia Ignazio Visco sono arrivati alla conclusione che la ripresa economica è alle porte, sottolineando che “le banche italiane sono solide, anche se nel sistema persistono aree di difficoltà”.
Non è chiaro, però, quali siano le “conferme” in questione. Le novità degli ultimi giorni sul fronte economico, infatti, sono tutt’altro che rassicuranti. Soprattutto per quanto riguarda gli istituti di credito. Un report diffuso da Mediobanca settimana scorsa avverte che i crediti a rischio dei primi cinque gruppi bancari italiani sono saliti a 144 miliardi, mentre è cresciuta nei bilanci degli istituti anche la quota di titoli emessi dai governi, che di questi tempi non sono di certo una garanzia. Sempre dallo studio è emerso che l’immobiliare, un settore sempre più traballante, costituisce il 69% delle garanzie sui crediti.
La conferma, d’altronde, è arrivata propro dagli ultimi bilanci delle banche. Tra le peggiori è stata Intesa Sanpaolo, che ha registrato un crollo degli utili del 75% nel secondo trimestre. E i bilanci preoccupanti non riguardano solo il settore bancario. Il gruppo Telecom ha infatti chiuso il semestre con un rosso di 1,4 miliardi e proprio oggi è stato declassato dall’agenzia di rating Fitch, arrivando a un passo dal livello “spazzatura”.
Ma i numeri più preoccupanti sono quelli pubblicati due giorni fa da Confindustria. Viale dell’Astronomia ha analizzato la “spending review” delle famiglie italiane, stimando una riduzione della spesa media annua nel 2012 a 26.100 euro, con un taglio di 3.660 euro rispetto al 2007, pari a quasi un mese e mezzo di consumi svaniti, con grossi risparmi su beni di prima necessità come pane e medicinali.
Sembra ancora presto, quindi, per parlare di ripresa. Anche se a Palazzo Chigi regna l’ottimismo. Durante il vertice “si è verificato, dati e analisi alla mano, che i segnali di ripresa dell’economia italiana sono reali, in particolare per l’autunno”. C’è dunque la “consapevolezza che sono necessarie politiche di continuità con le scelte sinora fatte”, che sono “ritenute necessarie per agganciare e favorire questa ripresa”. Ripresa – si sottolinea nel governo – che “è figlia anche della stabilità sui mercati, che dunque bisogna sforzarsi di mantenere e consolidare”.
Nel corso della colazione di lavoro si è poi analizzato il contenzioso Monte Paschi Siena con Bruxelles, che ha sostanzialmente bocciato il piano di ristrutturazione, “arrivando alla conclusione che la tesi italiana è valida e che sia in errore Bruxelles”. Il governo sembra quindi ignorare la lettera che il commissario alla concorrenza, Joaquin Almunia, ha scritto a Saccomanni avvertendo che il piano di ristrutturazione di Mps è troppo morbido sul fronte dei compensi dei manager, il taglio dei costi e il trattamento dei creditori.
Il Fatto Quotidiano | 6 agosto 2013