La riorganizzazione è operativa e scontenta le istituzioni. Inascoltati gli appelli dei sindaci berici da parte della Regione Ora c’è solo il ritiro dei campioni che finiscono a Venezia o Verona
Il 30 giugno il laboratorio analisi di Arpav Vicenza ha chiuso definitivamente i battenti. «Ma continua ad essere operativo il punto di accettazione dei campioni che vanno poi spediti nei laboratori di Venezia, Treviso o Verona, quelli cioè definiti nel piano di ristrutturazione dell’Arpav approvato nell’aprile 2012», dichiara Carlo Pepe, direttore generale dell’Agenzia. A nulla è servita la richiesta di revisione del piano sollecitata, dopo manifestazioni e incontri, anche dal sindaco di Vicenza, Achille Variati. E tutti i timori li sintetizza in una interpellanza Raffaele Colombara (Lista Variati sindaco): «La Regione non ha dato risposte al territorio e alle proposte delle ammistrazioni locali. Non è che anche l’Osservatorio delle acque, oggetto misterioso lungamente promesso a Vicenza a titolo vagamente risarcitorio, farà la stessa fine?». La domanda è posta e, intanto, si attende il trasferimento della sede di via Spalato in via Zamenhof. «Probabilmente – continua Pepe – entro agosto». Ma non sarebbe la prima volta che la data annunciata non viene rispettata.
IL BUCO. Tutto nasce dallo stato di bilancio dell’Arpav, pesantemente in rosso, oltre 30 milioni di euro. Una situazione che il dirigente Pepe ha ereditato dai suoi predecessori che avrebbero intaccato il patrimonio con investimenti discutibili e alla quale si è dovuto porre rimedio con la chiusura, tra le altre, del laboratorio analisi di Vicenza.
IL NO. Una scelta fortemente criticata dai lavoratori, ma anche dagli amministratori locali preoccupati di perdere l’unico presidio indipendente a tutela il territorio. Dopo manifestazioni e richieste di incontro a livello regionale, però, il piano non è stato cambiato di una virgola.
Il Giornale di Vicenza – 2 luglio 2013