Il presidente dell’Ordine di Vicenza è sicuro. Valente: «È il momento propizio per accelerare ma tutto dipenderà dalle risorse a disposizione. E c’è la netta sensazione che l’Ulss voglia frenare»
Vicenza. La vera novità del decreto Balduzzi è proprio l’assistenza sanitaria territoriale. Quella, cioè, che il ministro della salute condensa nello slogan: “7 giorni su 7”. Medici di base, pediatri di libera scelta, guardia medica, specialisti del Sumai dovranno riorganizzarsi in modo da rispondere alla domanda dei pazienti 24 ore su 24.
Due, sempre secondo Renato Balduzzi, gli scopi legati a questa rivoluzione introdotta dalla nuova mini-riforma sanitaria, che strada facendo ha perso 11 articoli del testo originario, compresi gli emendamenti regionali, stroncati dalle critiche dei sindacati medici, dei media e dei consumatori: decongestionare i pronto soccorso e garantire una tutela adeguata della salute anche all’esterno.
La spending review e le precedenti norme in materia di contenimento della spesa pubblica – fa sapere il ministro da Palazzo Chigi – «hanno determinato una contrazione delle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale», per cui adesso si apre un nuovo corso in cui si deve «spendere meno per spendere meglio», facendo entrare l’assistenza in un circolo virtuoso. Insomma, un nuovo patto per la salute. Il Veneto, a dire il vero, la rivoluzione della medicina territoriale sempre a disposizione del cittadino, l’ha già iniziata da tempo, sposando il sistema degli ambulatori sempre aperti, che avrà come protagonisti le Aft, le Aggregazioni funzionali dei medici di famiglia. Il decreto-Balduzzi è quasi la fotocopia perfetta della riorganizzazione made in Veneto, che ha visto il suo prototipo nel Vicentino. Il modello-Thiene dell’Ulss 4 è decollato da qualche anno e per capirne la sostanza sono arrivate in questi anni missioni da tutta Italia. La delibera n.1510 varata dalla giunta regionale il 31 luglio detta tempistica e scadenze per mettere in moto il meccanismo.
«Ma adesso – dice il presidente dell’Ordine dei medici Michele Valente – tutto dipende dalle risorse a disposizione. Un sistema del genere si regge sulla rete informatica, perché ci vuole un collegamento per rendere consultabili da parte di tutto il gruppo le cartelle cliniche in mano ai medici, e sulle sedi logistiche uniche per i medici che intendono mettersi insieme. Noi siamo pronti, ma per attrezzare una banca-dati di questo tipo, trovare e allestire le sedi, ci vogliono investimenti. La palla passa perciò alle aziende sanitarie. Se le Ulss ci mettono i soldi partiamo anche subito ma per dare un forte impulso al percorso da compiere ci vorrebbero stanziamenti in bilancio entro l’anno. Si dovrebbe cominciare con gli attuali direttori generali. Il primo gennaio 2013 entreranno in carica i nuovi direttori e un ritardo di questo processo sarà inevitabile».
Valente incalza: «Il momento propizio per dare un’accelerazione è adesso, ma dagli umori che avverto nell’Ulss 6 la sensazione è che non ci senta, mi sembra che si debba parlare di frenata più che di sviluppo. Bei discorsi ma risorse niente. La spending e i tagli al fondo sanitario bloccano, e il territorio rischia di restare la cenerentola dell’assistenza». Il presidente dell’Ordine insiste sul concetto: «Sto percependo una seria motivazione della categoria che da questa novità ha solo da guadagnarci. Fra di noi medici di famiglia c’è grande fermento. Ieri, ad esempio, io e altri 9 colleghi di Dueville abbiamo fatto una riunione per vedere come organizzarci perché insieme possiamo solo migliorare. C’è la massima disponibilità. Grazie ai turni avremo anche più tempo a disposizione mentre oggi, dopo la chiusura degli ambulatori, abbiamo l’obbligo di recepire le telefonate. Con altri medici abbiamo fatto dei corsi sulla gestione delle Aft. Dobbiamo però avere le strutture e i servizi che occorrono. L’Ulss dovrebbe mettere attorno a un tavolo i sindacati e programmare. Invece tutto tace. E, ripeto, senza una pianificazione che parta subito, temo che entusiasmi e aspettative andranno delusi».
Franco Pepe – Il Giornale di Vicenza 7 settembre 2012