La più applaudita è Maria Giuseppina Bonavina (nella foto), a capo dell’Usl 20 di Verona (cinque 10 in pagella, gli altri sono 9 e 8, un solo 7 inerente l’interesse al lavoro dell’Ufficio relazioni con il pubblico), l’ultimo in classifica Antonio Padoan (Usl 12 Veneziana: tutti 5, a parte un 6 e un 8), l’unico insufficiente insieme a Bortolo Simoni, penultimo e guida dell’Usl 2 di Feltre. Il quale in pagella si è preso tre 4, nelle voci: umanizzazione, disponibilità a riunioni periodiche con l’associazione e coinvolgimento della stessa nell’operato dell’Usl. Tempi duri per i direttori generali delle aziende sanitarie. Sono in scadenza di mandato (e in speranza di rinnovo), devono combattere con risorse sempre più limitate e nello stesso tempo presentarsi con i bilanci in ordine all’occhio vigile della Regione e del ministero dell’Economia, e adesso sono pure costretti a fare i conti con il parere dei pazienti.
Per la prima volta il Tribunale del malato ha dato i voti ai manager, proprio in base alle segnalazione degli utenti e anche alla disponibilità dei dg a coinvolgere l’associazione «nella programmazione della valutazione della qualità dei servizi e della tutela dei diritti degli utenti», come prevede la normativa regionale. Nove i parametri di giudizio: l’interesse all’attività civica del Tribunale del malato; i rapporti con lo stesso; il suo coinvolgimento nel lavoro dell’Usl; l’accountability (la scelta del direttore generale di rendere conto o meno del proprio operato ai cittadini e alle associazioni); la disponibilità a riunioni periodiche con il Tdm; il fatto di agevolarne l’azione concedendo sede, patrocinii, accesso agli atti; la presa in carico delle segnalazioni che inoltra; la sensibilità rispetto al ruolo dell’Uffico relazioni col pubblico dell’Usl; l’umanizzazione.
«Non abbiamo la pretesa di sostituirci o integrarci al giudizio pronunciato ogni anno dalla Regione sull’operato di ogni direttore generale, che genera una compensazione anche economica— spiega Flavio Magarini, segretario regionale di Cittadinanzattiva-Tribunale del malato —. La nostra è una valutazione civica, non prende in esame indicatori di produttività o efficienza/efficacia ma rappresenta uno strumento per avere un’indicazione circa l’attenzione che ogni manager pone nei rapporti con la maggiore associazione di tutela dei pazienti. La valutazione è redatta sulla base dei rapporti tra le parti e delle segnalazioni ricevute dagli utenti». E così coloro che hanno dimostrato il massimo interesse all’attività del Tdm, aggiudicandosi un bel 10, oltre alla Bonavina sono Ermanno Angonese (Usl 4 di Thiene), non a caso terzo classificato, Valerio Alberti (Usl 3 di Bassano), quarto, e Antonio Compostella (Usl 1 di Belluno), undicesimo. Le sorti del Veneziano le risolleva il bravo Giuseppe Dal Ben, con l’Usl 14 di Chioggia appena ricevuta in dote in aggiunta alla 19 di Adria 8(tre 10, tre 9 di cui uno per l’umanizzazione e tre 8), mentre per la provincia di Padova spicca Giovanni Pavesi, dg dell’Usl 17 di Este, in quinta piazza. Solo dodicesimo Adriano Cestrone, che prende solo la sufficienza nonostante la fatica di reggere l’Azienda ospedaliera della città del Santo e l’Usl 16 (per la quale è stato giudicato), la più grande del Veneto. Va comunque segnalata la serietà di tutti (nemmeno un’insufficienza, solo il 6 di Compostella e Adriano Marcolongo, a capo dell’Usl 18 di Rovigo) nel prendersi in carico le segnalazioni inoltrate dal Tribunale del malato, ricompensata con una pioggia di 10, qualche 9 e pochi 8.
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 18 agosto 2012