West Nile. Gallura, allarme per una cornacchia infetta
Un nuovo caso di febbre del Nilo in Gallura. E’ stato accertato dalla Asl di Olbia su una cornacchia, catturata nelle campagne di Oschiri. «Non bisogna però allarmarsi – dice subito Domenico Bacciu, direttopre del Servizio di Igiene e Sanità Animale -, ma prendere solo piccole precauzioni.
Gli accorgimenti da seguire? Utilizzare repellenti contro zanzare, soprattutto per coloro che lavorano all’esterno, ed evitare ristagni d’acqua. La Asl di Olbia con la collaborazione dei comuni, della Provincia e dell’istituto zooprofilattico continuerà, intanto, a seguire tutte le procedure necessarie per tutelare la salute della popolazione». Seguendo le direttive del piano straordinario regionale di controllo della West Nile Desease, da mesi infatti anche l’azienda sanitaria gallurese ha avviato una serie di controlli di alcune specie di animali presenti nelle zone particolarmente umide del territorio. «E nelle scorse settimane, tra i prelievi eseguiti dai veterinari e inviati ai laboratori di virologia dell’istituto zooprofilattico di Sassari e a quello di Teramo – spiega una nota della Asl – è stata individuata la positività alla West Nile sui prelievi effettuati su un campione di “uccello stanziale di specie sinantropica”, in questo caso una cornacchia». Ma Domenico Bacciu, che sta seguendo la vicenda, insiste: «Nessuna preoccupazione. La febbre del Nilo occidentale è una zoonosi, provocata appunto dal West Nile virus. I suoi serbatoi, cioè gli animali che possono trasportare il virus, sono soprattutto gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione».
La Nuova Sardegna – 3 dicembre 2012