Zaia: «Tagli pesanti. Salute dei veneti però non si tocca»
«Il dato è chiaro: in campo sanitario dobbiamo tagliare quasi 900 milioni in tre anni. La crisi è reale ma prima di ridurre le risorse ai veneti, il Governo avrebbe dovuto operare sugli sprechi, colpendo ad esempio chi una siringa la paga sei volte noi. Qui, invece, si continuano a salvare le cicale e a bastonare le formiche».
Così il governatore Luca Zaia accompagna il sospirato varo del riparto, scadenza alla quale non attribuisce particolare rilievo: «È stato formalizzato oggi ma di fatto è già operativo da gennaio, è una partita di scartoffie dal momento che in questi mesi non si sono chiusi ospedali e si sono continuati a curare i cittadini. E finché ci sarò io, a costo di ridurci a pane e acqua, i veneti stiano sicuri che la loro salute continuerà a essere tutelata». «Abbiamo rispettato l’evoluzione della spesa», riprende l’assessore alla sanità Luca Coletto «la linea è quella di garantire le quote di spesa pro capite e il rispetto dei costi standard. In generale, erogheremo un aumento di risorse variante tra l’1 e il 2% salvaguardando le specificità del territorio. Importante anche l’accantonamento di 70 milioni per investimenti». Leonardo Padrin, a nome della quinta commissione, ha lamentato il ritardo della giunta sollecitando la visione dei conti delle Ulss: «Gli trasmetterò tutti i dati che desidera, lo slittamento è stato provocato dalle caotiche manovre finanziarie del Governo. Vorrà dire che il prossimo anno presenteremo uno schema previsionale e lo aggiorneremo». Di tutt’altro tenore il commento del consigliere Claudio Sinigaglia, esperto del Pd in materia di welfare: «Se l’opposizione non avesse alzato la voce, il riparto sarebbe ancora un miraggio. Questo provvedimento, in ogni caso, arriva con un ritardo imbarazzante ed è del tutto inutile che Zaia cerchi di scaricare le colpe sul Governo, visto che lo schema di delibera giaceva nel cassetto dell’assessore Coletto dallo scorso aprile. Puntualmente, anche quest’anno, si è cercato di espropriare il consiglio e la commissione delle competenze in fase programmatoria, nell’intento di governare con parzialità. Trovo scandaloso che si continui a gestire in questo modo approssimativo oltre 8 miliardi di euro senza migliorare i criteri e senza fare riferimento ai costi standard». Sinigaglia rileva «La situazione di disorientamento in cui si ritrovano le Ulss, costrette a lavorare senza punti di riferimento e obbligate a subìre tagli lineari continui, l’ultimo dei quali è addirittura del 5%». E conclude con un interrogativo polemico: «La giunta ha attivato il controllo dei contratti secondo i prezzi di riferimento dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali? E in caso negativo, perché? Cosa si sta aspettando? Dopo aver tanto invocato i costi standard, ora li abbiamo a disposizione perché non vengono utilizzati?».
Il Mattino di Padova – 1 agosto 2012