«In Veneto mancano almeno 1.500 medici negli ospedali, almeno 500 nei distretti e dipartimenti di prevenzione e circa 500 medici di famiglia, tanto che oramai l’8% dei veneti deve fare senza. Il bilancio di 85 medici in più tra il 2019 e 112021 citato dal presidente della Regione mette in luce proprio quanto poco efficace sia l’azione della Regione per risolvere tale problema». Lo sottolinea Claudio Beltramello, coordinatore del gruppo Sanità e Sociale del Pd Veneto.
«Se da una parte vi sono oggettive carenze di medici specialisti già formati a causa di errori programmatori fatti a livello sia regionale che nazionale nei passati 20 anni, dall’altra parte c’è un enorme problema di fuga di medici dal sistema sanitario pubblico per dimissioni o pensionamento al primo momento utile». «Zaia può snocciolare numeri a piacimento, ma quando iveneti entrano in ospedale sanno perfettamente che il nostro sistema cosa non pub reggere» aggiunge la consigliera regionale Cristina Guarda (Europa Verde) che, con i colleghi Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo), Arturo Lorenzoni (Gruppo misto) e VanessaCamani (Partito Democratico) ha presentato in Consiglio regionale un’interrogazione sul tema. «Se siamo riusciti a reggere la pesantissima onda d’urto dell’emergenza Covid lo dobbiamo a tutto il personale sanitario della nostra regione. Ma se durante la prima ondata ci riferivamo a loro appellandoli come angeli, eroi e così via, oggi emerge in modo dirompente la triste realtà: i camici bianchi, e non solo, denunciano un trattamento che li costringe sempre più spesso ad abbandonare le strutture ospedaliere pubbliche venete. A tutto questo si aggiungono le parole, o meglio i numeri, del presidente Zaia, il quale sminuisce un malessere diffuso e una denuncia senza precedenti da parte del personale ospedaliero. Mentre dati piovuti dall’alto continueranno ad alimentare il narcisismo di una certa area politica, i cittadini dovranno pregare di non aver bisogno di cure nella nostra regione»
Il Mattino di Padova