Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato ieri pomeriggio con 37 voti a favore e 10 astenuti il Progetto di Legge n. 90 di modifica della Legge Regionale 12 del 2001 istitutiva del regime di qualità regionale a marchio Qualità Verificata. “In pochi mesi siamo riusciti a confezionare una modifica importante alla Legge 12/2001, istituita dalla Regione Veneto per promuovere, valorizzare ed identificare le produzioni di qualità diverse da quelle a marchio Dop, Igp e Sgt – ha detto Fabiano Barbisan del Gruppo Zaia estensore e relatore del progetto di legge -. In questa legge sono riposte le speranze di rilancio delle nostre produzioni agricole che, pur rappresentando l’eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare, non trovano il giusto riscontro economico, perché sono facilmente confondibili sugli scaffali della Gdo con analoghi prodotti che arrivano dall’estero, con prezzi al ribasso”.
“Un prodotto senza marchio – ha aggiunto – è facilmente sostituibile da uno simile e il consumatore acquista fidandosi spesso della marca privata della catena distributiva, il cosiddetto Private Label, non potendo riconoscere in altro modo chi l’ha prodotto e la provenienza. Ora, con questa norma, noi cerchiamo di tutelare le nostre produzioni che sono di estrema qualità e non temono confronto rispetto ad altri prodotti”.
Secondo Barbisan “I tre punti cardine su cui poggia la modifica della legge 12/2001 sono l’articolo 1 che sancisce che la filiera parte dai produttori agricoli assieme alle aziende di trasformazione possono utilizzare il marchio per contraddistinguere le produzioni e controllarle. L’articolo 2 con la volontà della Regione Veneto di promuovere la costituzione di un Consorzio di tutela, promozione e valorizzazione dei prodotti a marchio Qualità Verificata. Quindi l’articolo 3 che introduce le sanzioni da applicare nei casi di contraffazione, alterazione e uso non autorizzato del marchio Qualità Verificata”.
Il dibattito in aula è stato particolarmente sentito con il Movimento 5stelle intervenuto con Simone Scarabel, che ha preannunciato il voto favorevole notando come “le intenzioni di questa legge sono buone. Non sprechiamo questa occasione: l’agricoltura veneta non merita di essere presa in giro e speriamo pertanto che non si finisca con il trovare per questo marchio di qualità la coincidenza tra verificati e verificatori”. Il Pd, con Graziano Azzalin, ha scelto la strada dall’astensione in quanto “pur concordando con le premesse della legge non troviamo sufficienti le soluzioni che essa propone”.
Azzalin, Zottis e Guarda: “Basta leggi spot, vogliamo una vera tutela dell’agricoltura”
“La frenesia della maggioranza di fare leggi inutili è talmente radicata che si propongono progetti legislativi che risultano velleitari e rispondono al solo intento di intestarsi una battaglia fine a se stessa”. Dura presa di posizione dei consiglieri Azzalin, Zottis, entrambi del Pd, e Cristina Guarda (Lista Moretti) a termine del dibattito che ha visto in Consiglio regionale l’approvazione della legge che istituisce il Marchio di qualità verificata. “Se le associazioni di categoria avessero preso in considerazione seriamente le ‘Modifiche ed integrazioni alla Legge Regionale 31 maggio 2001, n. 12 ‘Tutela e valorizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari di qualità’ sarebbero arrivate nei nostri uffici pagine e pagine di osservazioni – notano i tre esponenti dell’area Dem – Probabilmente i problemi degli agricoltori vanno oltre la creazione di un ennesimo consorzio a tutela di prodotti agricoli, che in verità poteva essere costituito sfogliando semplicemente il codice civile, consentendo di utilizzare meglio il tempo in aula, per procedere con altre iniziative di utilità come, ad esempio, lo sblocco urgente degli anticipi Pac che responsabilizza l’ente pagatore veneto quanto quello nazionale. Crediamo che la tutela del mondo agricolo, del settore zootecnico e lattiero-caseario debba essere sia al centro delle attenzioni di tutto il Consiglio regionale, sia degno di una reale tutela del prodotto e dei consumatori”. I tre esponenti della minoranza ribadiscono che: “Si deve avviare un confronto immediato con gli operatori per l’aggiornamento della legge in vigore, risalente al 2001, contemplando anche un intervento sulle fonti normative nazionali e comunitarie in materia di aiuti di stato ed etichettatura degli alimenti. Insomma – concludono Azzalin, Zottis e Guarda – serve una legge che colga i reali fabbisogni e offra risposte alle difficoltà internazionali, proponendo un reale sistema di sostegno agli operatori, perché siano supportati nella competizione del mercato globale”
20 aprile 2016