Scatta da oggi, 1° luglio, l’obbligo di segnalare con un marchio comunitario gli alimenti biologici preconfezionati prodotti in Italia o nei Paesi Ue, in modo da distinguerli da quelli extracomunitari. Si è concluso, infatti, il periodo transitorio (2 anni) per l’adeguamento del settore degli alimenti bio alle nuove norme Ue sull’etichettatura. Nel campo visivo del logo biologico Ue, rappresentato dalla “foglia europea”, dovranno figurare anche il numero di codice dell’organismo di controllo e il luogo di produzione delle materie prime agricole. Obiettivo del nuovo marchio è quello di fornire visibilità a cibi e bevande biologiche, confermando un sistema di garanzie che sia effettivamente percepito dai consumatori.
In particolare, che almeno il 95% degli ingredienti agricoli siano stati prodotti con metodo biologico. Solo in questo caso, infatti, può comparire la parola “biologico” o una sua abbreviazione nella denominazione di vendita del prodotto. Il prodotto deve anche essere conforme alle regole del sistema di controllo e certificazione, approvato da ogni singolo Stato membro.
Sfusi senza obbligo
Il logo – una foglia con dodici stelle bianche su fondo verde brillante con al centro una cometa – resterà invece facoltativo per i prodotti biologici non confezionati e per quelli importati. Continueranno poi ad essere ammessi, insieme al marchio Ue, altri loghi nazionali (ancora non previsto in Italia, nonostante le sollecitazioni della Coldiretti), regionali o privati. L’idea di promuovere il settore agricolo biologico mediante l’introduzione di un logo europeo obbligatorio ha preso le mosse nel 2007, seguita dall’introduzione di un marchio vero e proprio nella normativa europea nel luglio 2010.
Prodotti “bio”, primato italiano
Con un aumento annuale degli acquisti del 9% nel primo bimestre del 2012 il fatturato dei prodotti biologici in Italia negli ultimi dieci anni è triplicato,passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre tre miliardi del 2012. Anche per questo, spiega Codiretti, «è importante garantire la trasparenza dell’informazione al consumatore anche alla luce di un aumento delle importazioni da paesi extracomunitari ottenute con standard diversi da quelli comunitari». L’Italia conta il maggior numero di imprese biologiche in Europa. Al primo gennaio del 2011, gli operatori del settore erano 47.663, mentre la superficie interessata, in conversione o interamente convertita ad agricoltura biologica, risultava pari a 1.113.742 ettari.