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Spending review e tagli, sanità nell’occhio del ciclone. L’Economia punta a 3 miliardi, Balduzzi «resiste»

1a1a1_11aaaaaasanita20spending20reviewIl ministro della Salute è arroccato a quota 1,085 miliardi in più da rastrellare nei sei mesi che mancano del 2012. L’Economia chiede invece almeno 2 miliardi, ma è pronta ad alzare ancora di più la posta per farla salire nell’ipotesi massima addirittura fino a 3 miliardi. Tra spending review e tagli lineari, la spesa sanitaria è più che mai nell’occhio del ciclone della riduzione dei conti pubblici che il Governo ha in cantiere con la manovra che, salvo sorprese, è attesa in Consiglio dei ministri fin da lunedì. Dopo che, la mattina, incontrerà a palazzo Chigi anche i governatori che proprio sulla nuova spuntatura alla spesa sanitaria sono pronti ad alzare le barricate. Beni e servizi, industrie farmaceutiche e farmacisti, case di cura e specialistica convenzionata: questi i capitoli di spesa su cui sui concentrano le misure allo studio della manovra.

Ma oltreché sul valore dei tagli, è sui metodi e anche sui puri e semplici interventi di riduzione lineare della spesa di asl e ospedali, che nel Governo non c’è identità di vedute. Senza dimenticare che le forze politiche e sociali non intendono rinunciare a dire la loro e a far pesare le proprie indicazioni nelle scelte di Mario Monti. Il Pd, in particolare, ha già fatto sapere direttamente Pier Luigi Bersani, non ci sta in alcun modo ad assestare un nuovo attacco alla spesa sociale e a quella sanitaria in particolare. Tanto più se si tratta di attacchi alla cieca e di riduzione della copertura sanitaria, non di una limatura agli sprechi, ma accertati e aggredibili. Sulla stessa linea tutti i sindacati, sia confederali che di categoria. Mentre industrie farmaceutiche, farmacie, produttori di biomedicali, case di cura, fornitori di beni e servizi, sono contro qualsiasi intervento che li colpisca direttamente.

Un sentiero strettissimo, insomma, per il Governo. Che però continua a riservarsi almeno due carte: i 108 miliardi del Fondo 2012 e altri 1,5 miliardi dei cosiddetti “obiettivi di piano”. Non è un caso che il riparto di questi finanziamenti non figuri alla conferenza Stato-Regioni di giovedì prossimo. Segno evidente che la potatura delle risorse per quest’anno è ormai solo questione di stabilire l’entità del taglio. Che dunque potrebbe “limitarsi” non soltanto alla spending review, ma appunto a colpi d’accetta lineari vecchio stile. Che si sommerebbero agli altri 8 miliardi già in cantiere per il 2013-2014 con la manovra estiva di un anno fa.

Lo stesso intervento su beni e servizi è tutto da decidere. Anche se l’emendamento approvato alla Camera al decreto sulla spending review sulla rinegoziazione dei prezzi “sopra la soglia”, ha aperto un nuovo capitolo al quale sia il supercommissario Enrico Bondi che l’Authority dei contratti pubblici stanno lavorando.

Il Sole 24 Ore – 30 giugno 2012

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