Sempre più spesso, ma in misura diversa, i consumatori di tutto il mondo vogliono la garanzia che le carni e i prodotti lattiero-caseari che acquistano siano sicuri da mangiare, nutrienti e di buona qualità. Diversi recenti episodi di sicurezza alimentare hanno spinto a migliorare le informazioni sui sistemi di produzione del cibo di origine animale, ma hanno fatto nascere nuove preoccupazioni a livello di opinione pubblica sultrattamento degli animali lungo la catena di produzione: in azienda, durante il trasporto e al macello. Questo a sua volta ha portato ad un aumento della richiesta, da parte dei consumatori, di standard di benessere più severi, un crescente dibattito politico e la formulazione e l’introduzione di nuove normative.Ciò è particolarmente vero per l’Unione europea, in cui la richiesta da parte dei consumatori di standard di benessere animale presso gli allevamenti, ha spesso portato a una legislazione migliore. Il rispetto di tali norme è fondamentale però anche all’interno di accordi commerciali bilaterali.
Un recente studio della FAO e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha esaminato lalegislazione sul benessere degli animali nel settore delle carni bovine, suine e avicole in tre paesi europei(Italia, Polonia e Regno Unito) e in sei paesi extra UE (Egitto, Marocco, Russia, Serbia, Turchia e Ucraina). In particolare, lo studio si concentra sulle misure da applicare e le modalità di applicazione.
Il lavoro considera anche l’attività svolta da organizzazioni internazionali, tra cui la FAO e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), e iniziative innovative del settore privato e della società civile, che promuovono standard più elevati. Lo studio, il primo di una serie del Centro Investimenti della FAO e della BERS, si basa sul lavoro normativo e tecnico effettuato dalla Divisione Produzione e Salute Animale della FAO.
“Il settore zootecnico non può prosperare se non cura animali sani e produttivi, ecco perchè il benessere degli animali è così importante” ha detto Daniela Battaglia, Responsabile del settore benessere animale per la Divisione produzione e benessere animale della FAO “E’ davvero importante creare un settore zootecnico più responsabile ed eticamente sostenibile. E’ nell’interesse di tutti, dagli allevatori che si affidano a questi animali per il loro reddito a tutti i cittadini preoccupati per le questioni etiche e per il trattamento degli animali che forniscono loro il cibo”.
L’Unione europea applica una legislazione che garantisce che gli animali allevati per la produzione alimentare non siano sottoposti a dolori, sofferenze o lesioni. Le norme si applicano alle condizioni di vita, garantendo un alloggio adeguato, una corretta ventilazione e illuminazione, ispezioni regolari e l’accesso a diete nutrienti e ad acqua dolce, ma anche a pratiche di trasporto e di macellazione.
Secondo lo studio, la legislazione nei paesi terzi è meno completa e dettagliata, e molti paesi hanno difficoltà ad attuarle. Eccezioni degne di nota sono la Serbia e la Turchia, entrambi Paesi candidati all’adesione all’UE, che stanno lavorando per allineare la loro legislazione agli standard comunitari per soddisfare i requisiti di accesso.
Il benessere degli animali è quindi un tema sempre più importante nel commercio internazionale, ed è sempre più rilevante per governi e imprese agricole che vogliono accedere a un mercato più ampio, ha detto Nadia Petkovadalla BERS. “Se vogliono cominciare a esportare verso l’UE i loro prodotti alimentari, i paesi devono rispettare una rigida serie di norme relative alla qualità degli alimenti, alla sicurezza alimentare, alla cura e al trattamento degli animali, e all’ambiente”.
I miglioramenti nella protezione degli animali sono anche guidati dal settore privato e dalla società civile. Le organizzazioni animaliste, per esempio, stanno fissando standard di benessere degli animali sempre più elevati, con lo sviluppo di programmi volti a sensibilizzare l’opinione pubblica e a promuovere le pratiche che migliorano la qualità della vita degli animali.
Freedom Food è lo schema di qualità per gli allevatori e l’etichettatura alimentare della Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals. I produttori di carne, pesce o le uova che etichettano Freedom Food garantiscono che la produzione viene effettuata nel rispetto degli standard di benessere degli animali in ogni fase della vita dell’animale.
Allo stesso modo, per attrarre consumatori sensibili al trattamento degli animali, molte aziende alimentari stanno vendendo prodotti certificati da organizzazioni per il benessere degli animali, costruendosi al tempo stesso una reputazione legata a comportamenti etici e responsabili. Ad esempio, Coop Italia, la più grande catena di supermercati in Italia, e Autogrill, vendono solo uova di galline ruspanti.
La FAO ha è da tempo impegnata nell’aiutare i paesi a sviluppare le proprie capacità di legiferare o modificare le normative in materia di benessere animale. Il settore Sviluppo normativo della FAO gestisce il database FAOLEX, una fonte online gratuita gestita dalla FAO, che raccoglie legislazioni nazionali e accordi internazionali in materia di prodotti alimentari, agricoltura e risorse naturali rinnovabili. Il team FAOLEX ha contribuito a individuare e analizzare la legislazione sul benessere degli animali utilizzata in questo studio.
Carmen Bullon, un giurista con del Settore sviluppo normativo della FAO ha spiegato che “in molti paesi mancano le opportunità, perché non esistono sufficienti quadri legislativi in vigore o non sono in grado di far rispettare le buone pratiche di benessere degli animali”.
Aiutare i paesi a basso reddito a sviluppare le loro capacità in tal senso mette i loro produttori e le loro industrie in una posizione migliore nei confronti dei mercati internazionali.
Fonte The Poultry Site (da Unaitalia) – 13 novembre 2014