L’epidemia dei vigili romani alla vigilia di Capodanno ha lasciato un segno nel governo. La linea di Palazzo Chigi è stata subito di reagire duramente a una protesta che sin dall’inizio è apparsa premeditata. E l’annuncio di nuove misure contro l’assenteismo di massa proprio nel giorno dello sciopero dei vigili, sta a dare il segno di quanto ancora alta sia l’attenzione del governo sulla vicenda. Ma mentre la procura indaga sull’ipotesi che dietro gli oltre 800 vigili che hanno marcato visita alla vigilia del nuovo anno possa esserci una regia, il governo si è reso conto di avere le armi spuntate. Gli ispettori inviati dal ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, a giorni consegneranno l’esito dei loro controlli. C’è il rischio concreto che possano rivelarsi un buco nell’acqua. «Gli ispettori stanno chiudendo la verifica sulle assenze di massa dei vigili di Roma alla fine dell’anno ma», spiega il ministro a Il Messaggero, «una volta tirate le somme potrebbero essere pochi quelli che non hanno una giustificazione formalmente legittima».
Insomma, «ci potrebbe essere qualcuno che non ha prodotto il certificato medico, o magari qualche dirigente che non ha disposto le visite fiscali, ma da un punto di vista numerico», ragiona il ministro, «è chiaro che la maggior parte dei vigili che si è assentato lo ha fatto nel rispetto formale delle norme vigenti». Se la forma della legge, come spiega Madia, è rispettata, non c’è allo stato attuale delle norme la possibilità di sanzionare disciplinarmente il comportamento scorretto dei dipendenti dello Stato.
«Questo», dal punto di vista del ministro, «pone un problema: è necessario avere degli strumenti per colpire anche le assenze di massa come nel caso dei vigili di Roma, o quelle reiterate, come per esempio un dipendente che si ammala ogni lunedì». In che modo potrà avvenire? L’idea alla quale si lavora è quella di «agire all’interno della delega sulla Pubblica amministrazione, utilizzando i decreti attuativi che», spiega il ministro, «in base all’articolo 13 del provvedimento in discussione al Senato, ci permettono di rendere concreto l’esercizio dei procedimenti disciplinari».
LE MISURE. Lo strumentario tecnico e le sanzioni che verranno messe in campo per gli scioperi bianchi o per le assenze reiterate, sono ancora oggetto di approfondimento da parte degli esperti che stanno collaborando con il ministero alla stesura dei decreti di attuazione della delega. Il risultato finale, tuttavia, è già in qualche modo delineato. «Anche in Italia», spiega Madia, «introdurremo strumenti che già esistono in altri ordinamenti e che permettono di perseguire comportamenti dei dipendenti pubblici che, pur essendo formalmente dentro le regole, all’interno della legge, comportano un danno per la collettività». Il caso dell’assenteismo di massa dei vigili della Capitale alla vigilia di Capodanno, ne è un esempio. «Dobbiamo evitare nuovi casi come quello di Roma», spiega Madia, «dove purtroppo l’ispezione potrebbe finire con sanzioni che non sono adeguate». Quelle future saranno più dure, anche sul tipo di provvedimenti possibili contro gli assenteisti seriali e di massa gli esperti sono ancora al lavoro. Anche in questo caso, tuttavia, potrebbe esserci una graduazione, da sanzioni di carattere economico fino, per i casi più gravi, al licenziamento.
I tempi per la riforma tuttavia, non sono brevi. Madia punta ad avere il disco verde del Parlamento entro l’estate. Ma intanto al ministero già lavorano ai decreti attuativi. Le sanzioni sulle assenze reiterate sarà la seconda delle reazioni del governo al caso dei vigili di Roma. La prima è il passaggio, sempre contenuto nella delega, del controllo sulle assenze per malattia dalle Asl all’Inps.
“Un Grande Fratello contro gli assenteisti”. Il Governo deciso a mettere mano alla legge Brunetta
Ilario Lombardo. Vigilate sui vigili. Mentre l’eco dei fischietti rimbomba per le strade del centro di Roma, il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia annuncia misure più rigide contro i furbetti della malattia. Lo fa nel giorno dello sciopero nazionale dei vigili urbani. Una scelta puntuale. Una precisa indicazione delle nuove rotte che seguirà il governo per monitorare e punire le assenze ingiustificate.
La protesta dei pizzardoni che a Roma nella notte di Capodanno si sono allegramente dati malati in massa, è considerata dal governo l’apogeo di un malcostume non più tollerabile, lo svelamento di una piaga che finora è parsa inguaribile.
«Non voglio entrare nel merito della vicenda capitolina», specifica Madia, ma di fatto sarà quella vicenda a entrare nei provvedimenti della delega di riforma della Pa, che dalla prossima settimana dovrebbe approdare in commissione al Senato. Impossibile non tener presente il sabotaggio della notte del 31 dicembre, tanto più con un’inchiesta in corso della procura di Roma che punta sui certificati facili rilasciati dai medici.
Ci vorranno mesi, ancora, per l’approvazione definitiva della riforma. Madia spera di farcela «entro l’estate», intanto però l’esecutivo è già al lavoro sui decreti legislativi.
Ed è là dentro che il ministero conta di confezionare misure più stringenti, per non lasciare impunite le assenze. Innanzitutto: i controlli. Le competenze dovrebbero passare dalle Asl all’Inps, che ha già potere di vigilanza sui dipendenti privati. L’Istituto presieduto da Tito Boeri, fresco di nomina, affiderebbe il monitoraggio a una sorta di Grande Fratello elettronico capace di accertamenti mirati e immediati. Una filiera computerizzata in grado di individuare in tempo reale l’assenza e il motivo. Secondo fonti dell’Inps, questo tipo di sorveglianza, uniformando le procedure con il privato, farebbe anche risparmiare un bel po’ di quattrini.
Gli emendamenti al ddl non tralasciano anche il capitolo più delicato delle azioni disciplinari. Qui, l’architettura della riforma si complica, anche perché dopo il caso della polizia locale di Roma è ovvio ci sia «una maggiore attenzione all’assenteismo di massa e reiterato». In pratica, il governo metterà mano alla legge Brunetta, rivedendo, fa sapere Madia, la fattispecie del comportamento sanzionabile. Nel solco della guerra di Brunetta ai fannulloni, i provvedimenti dovranno essere «più concreti», senza il timore di colpire, anche con il licenziamento, chi dichiara il falso e si assenta senza motivo.
Il Messaggero e La Stampa – 13 febbraio 2015