di Alessandro D’Amato. La guerra alla burocrazia di Matteo Renzi comincia dai dipendenti pubblici. E dai dirigenti soprattutto: «Non può esistere — ha detto Renzi —, fermi e salvi i diritti acquisiti, la possibilità di un dirigente (pubblico, ndr) che rimane a tempo indeterminato». Il premier ha sollecitato strumenti per misurarne il raggiungimento degli obiettivi, tra cui la trasparenza, per cui «ogni centesimo speso dalla pubblica amministrazione» deve essere «visibile online da tutti». Dunque dirigenti a tempo, da giudicare in base ai risultati. Il tema si ritrova al punto 6 del «Jobs Act» e ha l’obiettivo di combattere le incrostazioni di potere nella Pubblica amministrazione. Nel mirino potrebbero esserci i dirigenti fino alla seconda fascia che diventano tali per concorso. Ma soprattutto quelli di prima fascia e le figure apicali che invece sono di nomina politica
E cioè dai capi di gabinetto ai segretari generali, capidipartimento dei ministeri.
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Solo che c’è qualche problema:
Qui però bisognerà intendersi perché buona parte di questi sono già a tempo determinato, venendo a ogni cambio di governo assunti dall’esterno con contratto di diritto privato che prevede obiettivi cui è legata la retribuzione. Questi dunque sono già misurabili e rimovibili. Non lo sono i dirigenti che, assunti a tempo indeterminato con un contratto di servizio, assumono incarichi apicali che comunque sono a termine: da 3 a 5 anni. Questi, rimossi dall’incarico a termine, oggi restano dirigenti a disposizione per nuovo incarico. Infine l’ultima novità annunciata: ogni centesimo speso dovrà essere visibile on line. Ci provò il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, nel governo Monti a imporre la registrazione pubblica del singolo atto di acquisto. Ma la norma non è stata mai attuata.
Giornalettismo.com – 26 febbraio 2014