La delibera dell’8 novembre scorso con la quale Luca Zaia ha rimosso Antonio Padoan dalla direzione ad interim dell’Usl 14 di Chioggia è «illegittima». Lo ha deciso il giudice del lavoro di Venezia Margherita Bortolaso, alla quale aveva presentato ricorso Padoan. Uno schiaffo al quale il manager, difeso dall’avvocato veneziano Alfredo Bianchini, aveva dato un significato apertamente politico. Inoltre, la Regione Veneto dovrà sborsare al direttore dell’Usl 12 di Venezia ben 14 mensilità (dal novembre 2011 al 31 dicembre 2012) più le spese legali che ha sostenuto nel giudizio, quasi 100 mila euro. Infine (anche se hanno perso la causa) la giunta dovrà pagare la parcella ai suoi avvocati, visto che oltre all’avvocato dell’ufficio legale regionale Ezio Zanon, il governatore del Veneto si era affidato ad un noto studio di Treviso, quello di Bruno Barel e Massimo Malvestio.
Le motivazioni della decisione presa dal magistrato veneziano saranno rese note tra 60 giorni. Nessuna dichiarazione da parte di Padoan per quanto riguarda la sentenza, solo un rammarico: «Mi dispiace per l’impegno che avevo preso: quello di creare a Chioggia un hospice per malati oncologici. Dopo la mia rimozione non è stato fatto più nulla». Ma i sassolini dalla scarpa l’attuale direttore dell’Usl lagunare se l’era tolti tutti con il ricorso presentato dall’avvocato Bianchini. Per il legale, la rimozione dalla direzione di Chioggia era stato «un licenziamento in tronco con preavviso di tre giorni» e «il senso dell’operazione non sarebbe un favore all’Usl di Venezia, attuato tramite lo sgravio di parte delle incombenze del suo direttore generale, ma una tardiva e malintesa forma di applicazione dello spoil system, ammantata da ragioni di carattere tecnico».
Il legale veneziano aveva scritto che la giunta di Zaia avrebbe posto alla base della rimozione «la criticità dei risultati finanziari dell’Uls 12», eppure si legge che più volte lo stesso Padoan avrebbe sollecitato interventi adeguati a porvi rimedio».
«Certo sarebbe facile ironizzare sul fatto che l’unica iniziativa che il governo regionale è riuscito ad adottare per far fronte ai denunciati problemi della sanità veneziana è consistita nella risoluzione del rapporto di lavoro di Padoan», si sosteneva. Per quest’ultimo, la «defenestrazione» era stata tutta politica e la responsabilità sarebbe del partito di Zaia, la Lega Nord, che dal 2010 sarebbe entrata in rotta di collisione con lui. «Le cause della situazione di crisi finanziaria erano ben note e tutte riferibili vuoi a specificità del contesto veneziano vuoi a inadempienze della stessa Regione» si leggeva nel ricorso, che proseguiva: «In più occasioni Padoan aveva spiegato che la crisi finanziaria dell’Usl 12 dipende dal fatto che la Regione assegna risorse insufficienti a titolo di Fondo sanitario, non paga i debiti, costringe l’Usl a ricorrere al credito e per di più impedisce di fare cassa inibendo la vendita del patrimonio immobiliare». Un tale preordinato e aprioristico atteggiamento regionale, concludeva il documento, potrebbe rilevare un quadro di mobbing. Per Padoan si trattava di «fattori che derivano precipuamente dalle scelte politiche della Regione, rispetto alle quali un direttore generale ha ben poca voce in capitolo, specie se non incontra i favori di una parte politica».
Quindi, veniva ricordato anche il fatto che l’amministrazione regionale, nonostante le sollecitazioni, non nomina i primari nei posti vacanti. Per dimostrare che Zaia e la Lega sparano contro Padoan indipendentemente da ciò che ha fatto e ottenuto in questi anni a Venezia e a Mestre era riferita la vicenda dei primari dell’ospedale di Chioggia, chiesti da Padoan, ma poi concessi solo al suo successo.
Padoan fu sostituito dal Dg dell’Usl di Adria, Giuseppe Dal Ben, “a costo zero”. Il giudice non ha accolto la richiesta di reintergro e del riconoscimento dei danni di immagine
La Nuova Venezia – 27 giugno 2012