«I veterinari sardi segnalarono gli effetti collaterali e indesiderati, anche molto gravi, seguiti all’utilizzo del vaccino contro la Blue tongue arrivato dal Sudafrica, ma questo non fu sufficiente a modificare le decisioni dei massimi livelli istituzionali». Così il segretario regionale del Sivemp Sardegna, Angela Vacca, ricostruisce la vicenda che è ora al centro «dell’inchiesta della procura di Roma sui vertici della Veterinaria nazionale che, pur non coinvolgendo i servizi veterinari territoriali si ripercuotono negativamente sulla credibilità dell’intero sistema, ci impone, come rappresentanti dei veterinari pubblici sardi, un intervento di chiarimento sui compiti dei veterinari e sull’andamento delle vaccinazioni per contrastare la diffusione della febbre catarrale dei ruminanti (blue tongue) svolte in Sardegna nel 2004 e di dar voce a coloro che quella profilassi hanno attuato».
«Va precisato che le profilassi vaccinali – continua il segretario regionale Sivemp – dopo le necessarie valutazioni scientifiche, vengono regolamentate per legge e diventano disposizioni obbligatorie sia per gli allevatori che per i veterinari ufficiali delle Asl. Oggi si usano vaccini più sicuri, che non danno origine a effetti indesiderati ma, ad onore del vero è necessario segnalare che in Sardegna, a seguito dell’utilizzo del vaccino arrivato dal Sudafrica, i veterinari sardi segnalarono gli effetti collaterali e indesiderati anche molto gravi, ma questo non fu sufficiente a modificare le decisioni dei massimi livelli istituzionali»
«La campagna vaccinale, la registrazione degli effetti avversi, le certificazioni – ricorda Angela Vacca – segnarono l’inizio di un periodo difficile per i veterinari pubblici, che diventarono loro malgrado, il capro espiatorio del malcontento degli allevatori e che si manifestò anche con atti di vandalismo e azioni intimidatorie riportate nelle cronache di allora».
E aggiunge: «Il Sindacato, per tutelare la categoria sia sotto l’aspetto della dignità professionale che della sicurezza personale, prese una severa posizione contro la campagna vaccinale e a firma del segretario regionale in carica, Antonietta Sanna, fu inviata al presidente della Giunta Regionale, all’Assessore regionale alla Sanità, al Consiglio Regionale, al Direttore generale dei servizi veterinari del Ministero, una nota in cui venivano evidenziate le criticità della campagna vaccinale e quanto fossero inappropriate e condizionate da elementi di debolezza strutturale, le decisioni assunte dal Ministero della Salute. Fu evidenziata la difficoltà del coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, che avrebbe potuto rivelarsi fatale per la zootecnia sarda».
Non solo, rimarca il segretario Sivemp, «la Segreteria Regionale chiese con urgenza un intervento da parte delle autorità competenti affinché fosse individuata una strategia di intervento che tenesse conto delle peculiarità della Regione Sardegna e che l’autorità centrale si facesse garante dei prerequisiti di innocuità ed efficacia degli interventi di profilassi, sollecitando inoltre una azione da parte delle istituzioni a garanzia della dignità professionale e della incolumità dei veterinari operanti sul territorio».
E conclude: «Oggi la magistratura sta portando avanti le sue indagini per accertare se le decisioni assunte tanti anni fa, furono viziate da elementi di illegalità, oppure se furono solo il frutto di una situazione di emergenza affrontata forse con troppa superficialità e senza tener conto dei danni che una campagna vaccinale affrettata, potesse diventare più pericolosa della stessa malattia».
18 luglio 2014