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    Home»Notizie ed Approfondimenti»Notizie»La crisi non risparmia i laureati e nell’occupazione frena anche l’area medica
    Notizie

    La crisi non risparmia i laureati e nell’occupazione frena anche l’area medica

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche7 Marzo 2011Nessun commento3 Minuti di lettura
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    1961ccc94db02b757942cb489345cf9c6La crisi non risparmia i giovani laureati: si riduce il numero, sono sempre più disoccupati e mettono in tasca salari più bassi spesso frutto di lavoro sommerso, privo di contratto. Questo il risultato generale che emerge dal XIII Rapporto del consorzio Almalaurea, presentato oggi a Roma, che ogni ogni anno fa il punto sulla condizione occupazionale dei nostri dottori. Il campione analizzato è stato di 400mila laureati. Una parte sono quelli del 2009 (oltre 113mila di i livello, 48.500 specialistici, oltre 13mila delle lauree a ciclo unico come medicina e veterinaria) intervistati nel 2010, a un anno dalla laurea.

    Poi ci sono i laureati del 2007, intervistati dopo 3 anni, e quelli del 2005, intervistati dopo 5 anni (sono i ragazzi del pre-riforma).

    Sempre meno occupati quindi. Dal 2008 ha cominciato a contrarsi il numero di laureati: attualmente siamo attorno al 20% fra i 30-34enni, lontani dal 40% previsto dall’Ue. il mercato non va a caccia di questi giovani: la disoccupazione fra i ‘titolatì é in aumento, anche se nel 2010, rispetto al 2009, c’é stato un incremento minore. Fra i laureati del 2009 in un percorso triennale, ad un anno dal titolo, la disoccupazione é salita dal 15 al 16% (l’anno precedente aveva segnato +4 punti). La disoccupazione cresce anche fra i laureati specialistici: dal 16 al 18% (ma la precedente rilevazione aveva evidenziato un +5%). Dati in salita pure fra gli specialistici a ciclo unico: dal 14 al 16,5% (meno comunque rispetto all’aumento di 5 punti dell’indagine precedente).

    A un anno dalla laurea diminuisce il lavoro stabile in misura superiore alla contrazione registrata l’anno scorso per i laureati di ogni livello. E si dilata la consistenza del lavoro atipico. La stabilità riguarda il 46% dei laureati occupati di I livello e il 35% di quelli magistrali (con una riduzione, in entrambi i casi, di 3 punti).

    Un campanello d’allarme é dato dalla robusta crescita del lavoro nero tra i laureati del 2007 e quelli del 2009. I laureati occupati senza contratto, a un anno, raddoppiano nel fra gli specialistici biennali raggiungendo il 7%. Per i laureati di primo livello i senza contratto passano dal 3,8 al 6%. Gli specialistici a ciclo unico (ovvero i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza) dall’8 a quasi l’11%.

    Stipendi: a un anno dalla laurea la contrazione, rispetto alla scorsa rilevazione, sale fino al 4% tra i triennali e gli specialistici a ciclo unico, al 5% tra gli specialistici biennali. Un esempio pratico: se un lauresto magistrale nel 2007, dopo un anno, guadagnava 1.205 Euro ora ne prende 1.078.

    situazioni migliori nel medio periodo – la quota di occupati stabili cresce apprezzabilmente (di 22 punti percentuali) tra uno e tre anni dal titolo, raggiungendo il 62% degli occupati: si tratta in prevalenza di contratti alle dipendenze a tempo indeterminato. Le retribuzioni nominali superano, a tre anni, 1.300 Euro mensili netti.

    I più occupati sono i ragazzi dell’area medica. Ma i laureati pre-riforma del 2005 intervistati dopo cinque anni sono occupati nell’81% dei casi, dato in calo rispetto alla precedente rilevazione di oltre l’1%. E se si guarda al quinquennio 2005-2010 la quota di laureati pre-riforma occupati a cinque anni ha subito una contrazione di quasi 6 punti. Nota dolente é rappresentata dalle retribuzioni che, seppure superiori nominalmente a 1.300 Euro, si sono ridotte, negli ultimi 5 anni, quasi del 10%.

    Sanita.ilsole24ore.com – 7 marzo 2011

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