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Legge di stabilità. Per le pensioni una rivalutazione ridotta. L’assegno lascia sul campo almeno mille euro all’anno

pensione-64-anni-150x150Dopo lo stop dettato dal decreto Salva Italia di fine 2011, riparte l’adeguamento all’inflazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps. Ma i due anni “persi” non saranno recuperati e le regole previste dal disegno di legge stabilità sono meno generose di quelle in vigore prima della riforma previdenziale Monti-Fornero. Di conseguenza gli assegni saranno più leggeri di almeno il 5% rispetto all’applicazione delle regole ante-riforma. Tagli annuali di almeno mille euro, quale effetto delle disposizioni contenute nel Ddl stabilità che si faranno sentire maggiormente, in valore assoluto, sugli assegni più ricchi. In compenso, il disegno di legge di stabilità varato dal Governo (e che ora andrà all’esame del Parlamento) prevede un ampliamento degli interventi di salvaguardia dalla riforma previdenziale e regole meno penalizzanti in tema di spending review per le Casse dei professionisti. 

In materia di welfare, oltre agli interventi sul fronte della previdenza, il disegno di legge di stabilità interviene con misure di carattere sociale che trovano particolare spazio nell’articolo 7 del testo normativo. Si parte con il rifinanziamento del fondo per le non autosufficienze per l’anno 2014 con 250 milioni (25 in meno del 2013), risorse che includono quelle destinate al sostegno di persone affette da sclerosi laterale amiotrofica.

Per il fondo nazionale dei minori stranieri non accompagnati viene autorizzato un incremento di 20 milioni per ciascuno degli anni 2015 e 2016. Istituito dal Dl 95/12 con una dote limitata a 5 milioni, questo fondo ha lo scopo di consentire il superamento della situazione di emergenza umanitaria relativa all’afflusso eccezionale di cittadini appartenenti ai Paesi del Nord Africa e di garantire una gestione ordinaria dei minori non accompagnati.

Ammonta a 100 milioni, poi, la dote destinata per il 2014 al finanziamento delle disposizioni in materia di lavori socialmente utili, integrazione salariale e formazione professionale. Di questi, 99 milioni verranno utilizzati per gli interventi in favore del Comune e della Provincia di Napoli e del Comune di Palermo (legge 135/97) e un milione per la concessione di un contributo ai Comuni con meno di 50mila abitanti destinato alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili con oneri a carico del bilancio municipale da almeno otto anni (legge 244/07). Crescono anche le risorse destinate alla cosiddetta “social card” o carta acquisti, ricaricata con 80 euro ogni due mesi dallo Stato e utilizzabile per comprare alimenti, medicine, oppure per pagare le utenze domestiche. Il sussidio spetta al genitore di minori di tre anni o agli anziani dai 65 in su che abbiano un Isee inferiore ai 6.700 euro l’anno.

Un’altra novità contenuta nel Ddl di stabilità è la concessione della carta acquisti oltre che ai cittadini italiani, anche a quelli stranieri comunitari ovvero familiari di cittadini italiani o comunitari non aventi la cittadinanza di uno Stato membro che siano titolari del diritto di soggiorno permanente, ovvero di cittadini stranieri in possesso di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo. Il provvedimento, figlio della necessità di superare le censure della Commissione Ue, comporterà per il 2014 maggiori oneri di spesa per 250 milioni.Rifinanziato con 5 milioni il fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, previsto dalla legge 134/12.

Infine, nel disegno di legge di stabilità è contenuto, all’articolo 6, un altro provvedimento che avrà importanti effetti sul mondo delle cooperative sociali e delle onlus. Si tratta del blocco dell’aumento Iva dal 4% al 10%, previsto dall’articolo 1, commi 488 e 490, della legge 228/12 per una serie di prestazioni socio-sanitarie di grande impatto finanziario e di notevole rilievo sociale, con una perdita di gettito stimato da parte dello Stato di 153 milioni su base annua. L’incremento dell’aliquota, previsto a partire dai contratti stipulati dal 2014, avrebbe pesato notevolmente sui bilanci degli enti.

Le penalità aumentano per i trattamenti previdenziali più elevati

Tagli annuali di almeno mille euro, quale effetto delle disposizioni contenute nel Ddl stabilità che si faranno sentire maggiormente, in valore assoluto, sugli assegni più ricchi. Dal prossimo anno l’adeguamento al costo della vita sarà riconosciuto ai titolari di assegno pensionistico di importo non superiore a cinque volte il trattamento minimo (cioè 2.405 euro lordi al mese nel 2013). Così riporta l’articolo 12 del Ddl stabilità.

Fino al 2011, gli aumenti erano in misura piena per gli importi fino a tre volte il trattamento minimo vigente per le pensioni dei lavoratori dipendenti e autonomi, ridotti al 90% per gli importi compresi tra tre e cinque volte l’importo minimo, mentre per quelli superiori l’adeguamento era parziale al 75% del valore dell’inflazione.

Vista la situazione finanziaria del 2011 e la crisi di liquidità che attanagliava le casse pubbliche, la rivalutazione fu riconosciuta in misura piena solo alle rendite di importo complessivo fino a tre volte il trattamento minimo. Per le pensioni di importo superiore a detto limite e inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante, l’aumento di rivalutazione fu comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.

Con la nuova legge di stabilità, fermo restando la rivalutazione delle pensioni fino a tre volte l’importo minimo, l’adeguamento sarà riconosciuto nella misura del 90% per le pensioni di importo compreso tra tre e quattro volte il trattamento minimo, mentre sarà del 75% per quelle di importo superiore a quattro volte e pari o inferiore a cinque volte il predetto trattamento minimo. Gli assegni di importo superiore subiranno una rivalutazione del 50% dell’inflazione. Infine, per il solo 2014, la perequazione non sarà riconosciuta alle fasce di importo superiori a sei volte il trattamento minimo Inps.

I pensionati, che alla fine del 2011, godevano di una pensione non superiore a 1.405,05 euro lordi mensili, hanno avuto la rivalutazione piena e sono oltre 11 milioni (68,29% dei pensionati per una spesa pari al 42,38%). Per loro l’adeguamento riconosciuto, relativo al biennio 2011/2013, è andato oltre il 5,70%, mentre per chi beneficiava di una pensione appena superiore a tre volte il trattamento minimo la perdita è stata poco più del 5% con oltre mille euro nel biennio 2012/2013. Si stima che a fine 2016 avranno il 5,50% di rivalutazione, mentre con le regole vigenti prima del Dl 201/2011 avrebbero sfiorato l’11% nello stesso periodo di riferimento.

Adeguamento inferiore del 4,50% (periodo 2011/2016) per le pensioni superiori a quattro volte l’importo minimo (1.924 euro nel 2013). Per loro il decreto Salva Italia è costato oltre il 5 per cento. Alla fine del 2016 la differenza a regime tra la normativa vigente alla fine del 2011 e quella prevista dal Ddl stabilità 2014 comporterà una perdita di quasi 2mila euro annui, fermo restando che il Dl 201/2011 non ha rivalutato gli importi per oltre 2mila euro.

Tre per cento è la rivalutazione che subiranno le pensioni superiori a cinque volte il paletto Inps nel periodo 2011/2016 a fronte di una perdita annua superiore a 2mila euro a fine 2016 rispetto alla normativa del 2011. Per questi pensionati la perdita del biennio 2012/2013 è costata più di 2mila euro. Sono, invece, poco più di 800mila (4,84% sul totale, che assorbono oltre il 16% del reddito pensionistico complessivo) i pensionati che nel 2014 non si vedranno riconoscere nessun adeguamento all’inflazione poiché il loro assegno supera sei volte l’importo del trattamento minimo.

Inoltre, secondo quanto già previsto dalla scorsa legge di stabilità (legge 228/2012) per l’anno 2014 la rivalutazione automatica dei vitalizi percepiti da coloro che hanno ricoperto o ricoprono cariche elettive regionali e nazionali, secondo le modalità stabilite nell’esercizio dell’autonomia costituzionale delle rispettive istituzioni, non sarà riconosciuta.

Il Sole 24 Ore – 22 ottobre 2013 

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