Si punta entro febbraio allo sblocco della convenzione quadro tra Inps e Casse Professionali per consentire la liquidazione delle pensioni di vecchiaia e anticipate in regime di cumulo. Ministero del Lavoro, Inps e Casse dei professionisti provano a fare un altro passo avanti sulla strada dell’applicazione del cumulo gratuito. I tecnici dell’Inps e dell’Adepp (l’associazione che riunisce 19 enti di previdenza dei professionisti) si sono incontrati il 9 gennaio per limare i dettagli dell’accordo quadro che dovrà disciplinare gli aspetti pratici alla base dell’erogazione delle prestazioni pensionistiche in regime di cumulo: rapporti economici tra enti, banche dati, protocolli informatici.
Nell’incontro la Convenzione non è stata ancora adottata ma si è discusso di come risolvere le difficoltà applicative all’indomani dell’orientamento espresso nella circolare Inps dello scorso ottobre. Con l’obiettivo di chiudere entro il mese di febbraio. La questione riguarda in particolare le modalità di accertamento dei requisiti per i professionisti che abbiano raggiunto i requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia solo nel regime pubblico obbligatorio ma non ancora nella Cassa professionale.
Secondo l’impostazione seguita dall’Inps nel documento di ottobre, in questo caso, la domanda di pensione dovrebbe essere prodotta all’Inps anche se la Cassa risultasse l’ente previdenziale di ultima iscrizione (in deroga a quanto previsto a livello generale secondo cui l’ente istruttore sarebbe sempre la gestione di ultima iscrizione): sarà poi l’Inps a doverla trasmettere all’ente previdenziale privato ed acquisire dallo stesso la data di perfezionamento dei requisiti anagrafici al raggiungimento dei quali l’ente previdenziale privato erogherà il pro quota. Nella logica della pensione a formazione progressiva in cui cioè ciascun ente liquiderà la propria quota pensionistica al raggiungimento dei rispettivi requisiti anagrafici (in molte casse l’età di vecchiaia è raggiunta ad età anagrafiche superiori a quelle previste nell’Inps, pari a 66 anni e 7 mesi). La convenzione dovrà regolare questi aspetti con particolare attenzione alla ricezione della provvista economica dalla Cassa Professionale al raggiungimento dei requisiti anagrafici ivi previsti. Seguiranno, quindi, altri incontri per accelerare al massimo: la convenzione dovrà, infatti, prima passare dal via libera dei ministeri vigilanti e, poi, dovrà essere recepita da accordi di dettaglio tra le singole Casse e l’Inps.
Il comunicato dell’Enpav. Con l’incontro che si è tenuto il 9 gennaio tra i rappresentanti dell’Inps ed i vertici di una delegazione della Casse di previdenza dei professionisti, si stanno risolvendo le ultime questioni ancora aperte in tema di cumulo e di Convenzione INPS/Casse. Una delle problematiche affrontate nella riunione è stata l’individuazione dell’Ente, Inps o Cassa, alla quale il professionista deve presentare domanda di cumulo, tenendo conto del fatto che, in molti casi, l’ultimo ente al quale il professionista è iscritto è proprio la Cassa di previdenza. E’ già stata programmata un’altra riunione per la fine del mese di gennaio. Pertanto entro la fine del mese di febbraio, l’istituto dovrebbe essere operativo anche per i professionisti.
Gli ultimi passaggi formali sono costituiti dalla condivisione di una convenzione-quadro INPS e Casse sulle procedure attuative, e dalla immediata sottoscrizione delle singole convenzioni.
L’Enpav, in attesa di quest’ultimo passaggio indispensabile per la concreta erogazione della pensione in cumulo, sta intanto svolgendo un’attività istruttoria per la verifica dei requisiti di anzianità contributiva con riferimento alle domande di cui è a conoscenza.
11 gennaio 2018