Personale a picco se c’è il deficit. Dati regionali degli organici dei dipendenti Ssn secondo il conto annuale
di Paolo Del Bufalo. In un anno il Ssn ha 9.805 unità di personale in meno (-1,4% in media), di cui 1.585 medici (con veterinari e odontoiatri, ma i medici sono il 93,4% della categoria). E ai primi posti per riduzione di personale ci sono (quasi) tutte Regioni in piano di rientro che di unità lavorative ne perdono tra il 3 e il 4 per cento circa. Con l’altra faccia della medaglia nelle Regioni a statuto speciale dove invece il personale aumenta tra lo 0,30 e il 2 per cento. È questo il quadro che emerge dall’analisi dei dati del conto annuale 2012 relativi alle singole Regioni. E il calcolo è anche più pesante se invece delle singole unità di personale si considerano quelle “full time equivalent”, cioè i dipendenti a tempo pieno e quelli in part time calcolati in base al numero di mesi di servizio effettivo svolto: la riduzione raggiunge le 9.610 unità equivalenti. Ecco le tabelle con i dati delle Regioni
La situazione nelle Regioni. Campania (-3,97%), Lazio (-3,61%), Puglia (-3,47%), Calabria (-3,43%), Molise (-3%) sono le Regioni (tutte in piano di rientro) in cui la riduzione di personale nel 2012 rispetto al 2011 ha superato i13%. In queste cinque Regioni gli organici si sono ridotti di 6.160 unità, il 62,8% della perdita complessiva del Ssn e circa il 60% rispetto al totale degli organici in meno delle Regioni solo in perdita: 10.288 unità, riequilibrate dall’aumento di 283 operatori delle Regioni a statuto speciale.
La situazione per categorie professionali. Di medici ce ne sono in tutto il -1.29%. ma si va in un solo anno dal -4,4% della Puglia e -3,8% del Lazio (e -3,2% di Molise e 3,1% in Campania) al 3,3% di Sardegna e 3,1% in Valle d’Aosta (e 2,4% di Trento, 1,9% in Umbria e 1,7% di Friuli Venezia Giulia).
Le perdite 2012 (in 12 Regioni) sono di -1.926 unità e gli “acquisti” (in 9 Regioni) di 341. Più equilibrato il versante dei dirigenti sanitari non medici: in 11 Regioni se ne perdono 184, nelle altre dieci se ne guadagnano 181. E ancora una volta in testa alla riduzione ci sono due Regioni in piano di rientro, Puglia e Calabria, con il -4% circa, mentre sul versante opposto c’è stavolta anche una Regione in piano di rientro, il Molise, con il 11 per cento.
Ben più consistenti a livello di singole Regioni sono le riduzioni e gli aumenti dei dirigenti non sanitari. Anche se numericamente inferiori a quelli sanitari (4.937 unità contro le 14A51 dei dirigenti sanitari) nel molo professionale ce ne sono il -33% in Molise e il -11% in Puglia (ma aumentano del 11% in Sicilia e del 10% in Abruzzo e a Trento), nel molo tecnico si riducono del -12% in Lombardia, mentre aumentano del 26% in Sardegna e nel molo amministrativo si riducono del -11% in Umbria, Marche e Lazio e aumentano del 8% in Valle d’Aosta. E per quanto riguarda il comparto sanitario (infermieri, tecnici ecc.), le riduzioni maggiori sono del -3% circa nel 2012 rispetto al 2011 in Campania, Lazio. Puglia. Calabria. Molise e, unica Regione non in piano di rientro in questo caso, Marche, mentre gli aumenti sono più contenuti: 2% a Trento e 1,4% in Sardegna, Bolzano, Sicilia e Valle d’Aosta. Discorso analogo alla dirigenza non sanitaria per il comparto non sanitario. Anche se i numeri sono a livello nazionale molto piccoli (in tutto 388 operatori), spariscono del tutto gli operatori professionali a Trento, mentre in Calabria si riducono del -49%, ma aumentano del 20% in Sicilia. Più contenuti i numeri del ruolo tecnico con il -7% della Campania e -6% di Molise, Calabria e Puglia e, uniche due Regioni a guadagnare, 2% a Trento e 1% in Umbria. Infine il ruolo amministrativo del compatto: tranne Trento che registra il 1%, tutte le altre Regioni perdono unità (Campania in testa con il -5%) o restano invariate rispetto al 2011, come accade in Liguria, Sardegna, Valle d’Aosta e Bolzano.
Il Sole 24 Ore sanità – 4 febbraio 2014