Il 18 gennaio il ministero della Salute ha trasmesso alla Regione Veneto il verbale della riunione dell’Unità centrale di crisi per la rabbia che ha fatto il punto sulla situazione epidemiologica e le misure da adottare. Il verbale. L’ultimo caso di focolaio di rabbia silvestre notificato in Italia risale alla metà del febbraio 2011, in provincia di Belluno. Pertanto tra meno di un mese scadranno i due anni e le Regioni Veneto, Friuli Venezia Giulia, le Province autonome di Trento e Bolzano non saranno più “territori a rischio di contagio” di cui all’Ordinanza ministeriale 10 febbraio 2012. A partire dal prossimo 15 febbraio, quindi, dovrebbe venire meno l’obbligo di vaccinazione contro la rabbia per i cani di proprietà e gli animali da reddito destinati al pascolo.
Tornando agli esiti della riunione, è stato fatto il punto sull’attività primaverile 2012 di distribuzione delle esche con 624mila esche lanciate e illustrato il piano di vaccinazione orale delle volpi 2013-2014.
A seguito di un caso, di probabile origine vaccinale, nel comune di Tolmin in Slovenia (vicino al confine italiano), è stata effettuata nel mese di giugno una vaccinazione straordinaria. Per quanto riguarda l’attività di sorveglianza effettuata sulle volpi la percentuale di animali immunizzati è pari al 60,14%. Mentre il livello di assunzione delle esche è intorno al 93%. Ma, è stato sottolineato, i dati di siero prevalenza relativi all’immunità vaccinale potrebbero essere influenzati dalla metodica utilizzata per stimare i livelli di anticorpi.
Il futuro piano di vaccinazione orale delle volpi 2013-2014 verrà svolto solo nella Regione Friuli Venezia Giulia lungo il confine con la Slovenia. La vaccinazione non è quindi prevista nelle attuali aree a rischio ma solo in una fascia di 20 chilometri di profondità nel territorio italiano ai confini sloveni.
a cura Uffico stampa Sivemp Veneto – 22 gennaio 2012