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Sanità veneta, scontro finale. «Il sì senza le opposizioni». La mossa: riforma in aula da martedì. Minoranze in guerra

consiglio veneto gen16Scontro finale sulla riforma sanitaria. Per accelerare il varo dell’Azienda Zero, la commissione regionale è stata convocata d’urgenza per oggi, in modo da andare in aula a partire da martedì prossimo. Le opposizioni insorgono: «Violazione del regolamento». La maggioranza ribatte: «Siete voi che fate ostruzionismo sulla caccia». La stretta sulla sanità imposta da Luca Zaia si intreccia infatti con il pressing di Sergio Berlato sull’approvazione delle norme a favore delle doppiette. Per mesi e mesi gli avversari sul campo si sono fronteggiati con delicati colpi di fioretto: annunci e temporeggiamenti, passi avanti e marce indietro, discussioni e mediazioni. Ma dopo un anno così il governatore Luca Zaia ha detto basta, ordinando alle sue truppe di impugnare la sciabola delle convocazioni d’urgenza e la spada delle approvazioni a maggioranza, in modo da arrivare entro la prossima settimana alla definitiva approvazione dell’Azienda Zero.

Eccoci dunque allo scontro finale sulla riforma sanitaria, con l’opposizione pronta a giocarsi il jolly del tempo illimitato in aula e l’asse leghista-zaian-forzista alle prese con un nuovo caso Berlato.

Ieri mattina all’ordine del giorno della commissione Bilancio c’era il parere sulla copertura economica del provvedimento, che da un lato riduce le Usl da 21 a 9 e dall’altro istituisce il nuovo ente di governance della sanità regionale. La clausola di neutralità finanziaria, così definita in quanto l’attuazione della legge è garantita «senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio», è stata votata solo dalla maggioranza, in quanto le minoranze hanno lamentato il fatto che la scheda illustrativa fosse riferita alla proposta iniziale e non all’ultima versione.

Ma quello che ha fatto davvero insorgere dem, tosiani e pentastellati è stata la fissazione della commissione Sanità, chiamata alla ratifica finale del testo prima dell’approdo in aula, per oggi alle 15. La convocazione è stata infatti diramata alle 17.36 di martedì, quindi senza rispettare il preavviso di tre giorni prescritto dal regolamento, che prevede un lasso ridotto a ventiquattr’ore solo in caso di urgenza. «Considerando che il Pdl n.23 è all’esame della Quinta Commissione da quasi un anno, non si ravvisano i motivi per la convocazione d’urgenza», hanno però scritto gli oppositori al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, chiedendogli di intervenire per far annullare la seduta. «Non se ne parla nemmeno — risponde il leghista — perché l’urgenza è stata valutata dall’ufficio di presidenza della commissione a norma di regolamento. Mi dispiace che l’opposizione voglia nascondere la propria contrarietà all’efficientamento della macchina sanitaria attuando un ostruzionismo strumentale, becero e insulso com’è quello a cui abbiamo assistito martedì fino a mezzanotte sul tema della caccia».

La stretta finale sull’Azienda Zero imposta da Zaia si intreccia infatti con il pressing sulla mobilità venatoria promosso da Sergio Berlato, capogruppo di Fratelli d’Italia e referente delle doppiette venete. Il consiglio regionale dell’altro ieri è stato aggiornato a martedì prossimo per consentire la prosecuzione del dibattito e del voto sul collegato alla Finanziaria, che contiene anche l’emendamento berlatiano che sostanzialmente consente ai cacciatori ampi margini di libero movimento sul territorio. «La battaglia finale si prospetta molto impegnativa ma con ottime probabilità di vittoria», gongola il vicentino su Facebook. «La maggioranza può farsi impallinare dai suoi cacciatori, ma sulla sanità non si possono accettare giochetti e trabocchetti», attacca il dem Stefano Fracasso, che intravvede un ricatto politico nella relazione tra Berlato e la maggioranza («Io voto la riforma della sanità se prima tu voti la legge sulla caccia», anche se l’interessato replica: «State tra la fantasia e la schizofrenia»).

Nicola Finco, capogruppo del Carroccio, esclude pressioni: «La sanità non è affatto merce di scambio. Piuttosto è l’opposizione che voleva far slittare l’arrivo in aula dell’Azienda Zero, così da organizzarsi per far scattare il veto sui tempi contingentati, possibile una sola volta nella legislatura». La maggioranza dunque non cede: oggi commissione e da martedì consiglio. «Saremo convocati per quattro giorni di fila — annuncia lo zaiano Fabrizio Boron, presidente della Sanità — perché entro giugno l’Azienda Zero dovrà essere legge». Come vuole il capo. Ma il grillino Jacopo Berti accusa: «Sono il vicepresidente della Quinta e di questa urgenza non sono mai stato informato. Sarà guerra».

Leggi anche sul Gazzettino “Azienda zero, sì della commissione. Minoranze sul piede di guerra”

Angela Pederiva – Il Corriere del Veneto – 9 giugno 2016 

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