Misure straordinarie per abbattere (o almeno ridurre in modo significativo) le liste d’attesa dei pazienti nella sanità veneta. Le prevede un emendamento – che ha valore di legge – presentato dall’opposizione e approvato dal consiglio regionale, con voto unanime, nell’ultima seduta d’agosto dedicata all’esame della riforma voluta dal governatore Luca Zaia. Di che si tratta? Attualmente i tempi massimi d’attesa sono distinti in tre fasce: 10 giorni per le urgenze; dai 30 ai 60 (a seconda delle tipologie cliniche) per le urgenze differite; 180 per le visite programmate. L’obiettivo – ora formalizzato nel mandato dei direttori generali delle Ulss – resta invariato per la prima fascia ma dimezza la tempistica delle altre, che scendono rispettivamente a 30 (per tutte le patologie) e 90 giorni. Come centrare il bersaglio? Agendo su più versanti. Sul piano delle risorse umane, anzitutto, investendo parte dei fondi già accantonati per le aperture ospedaliere notturne.
Nei prossimi dodici mesi, così, in base alle criticità segnalate dai primari, sarà possibile attingere alle graduatorie e assumere fino ad un centinaio tra medici, infermieri e tecnici; e anche stipulare nuove convenzioni con la medicina privata accreditata.
Altro capitolo investe il potenziamento tecnologico – leggi acquisto di nuovi macchinari capaci di snellire i tempi delle visite specialistiche – che si abbinerà alla verifica della «appropriatezza prescrittiva su tutte le prestazioni» e in particolare sulla «diagnostica pesante», ovvero radiografie e tomografie computerizzate. Ancora: per arginare il malcostume che vede i malati (anche cronici o in serie condizioni) sballottati da un reparto all’altro, le nuove norme prevedono «la presa in carico clinica da parte dello specialista», affidano «alla struttura le prenotazioni in caso di accertamenti diagnostici» e attivano un Day service ambulatoriale per i pazienti complessi.
Infine, l’aggiornamento dei servizi digitali che include, ad esempio, il «Cup on line per prenotazioni selfservice», l’istituzione di una App per chiedere conferme e cancellazioni delle visite attraverso il tablet e la possibilità di pagare i ticket viasmartphone.
Troppo bello per essere vero, verrebbe da commentare. Certo si tratta di atti legislativi approvati all’unanimità dall’assemblea (non di fumose mozione destinate al nulla) ed in aula l’assessore Luca Coletto ha garantito loro una “corsia preferenziale”; ma l’efficacia del “pacchetto” è legata all’approvazione definitiva della riforma (attesa a settembre) e richiede un “decreto attuativo” da parte della Giunta Zaia.
Cosi il gruppo del Pd, principale artefice dell’emendamento, non nasconde la soddisfazione ma evita di abbassare la guardia: «È un grande risultato», il commento dei consiglieri, Claudio Sinigaglia, Stefano Fracasso e Orietta Salemi «nella versione originaria della riforma le liste di attesa non venivano nemmeno menzionate, per noi invece si trattava di un punto strategico. È un passo avanti ottenuto grazie al nostro lavoro, concreto e per nulla ostruzionistico. Ci aspettiamo che l’esecutivo elabori il prima possibile questo programma straordinario, sulla cui attuazione resteremo vigili». (Il Mattino di Padova)
SANITÀ, PIANO STRAORDINARIO PER TAGLIARE LE LISTE D’ATTESA
Domanda: se un paziente viene ricoverato in ospedale, operato e poi dimesso con la prescrizione di ripresentarsi di lì a un tot di giorni per la visita di controllo, perché deve andare o chiamare il centro prenotazioni per avere la visita che gli è stata ordinata e magari mettersi anche in coda perché posto non ce n’è? È il tema delle liste d’attesa e ieri il consiglio regionale del Veneto – aggiungendo un articolo (il 17 ter) alla legge in discussione sulla riforma sanitaria – ha trovato un sistema per tentare, se non proprio di eliminarle, quantomeno di ridurle e di agevolare i pazienti.
IL PIANO In pratica il consiglio regionale ha dato mandato alla giunta di adottare un “programma straordinario per ridurre i tempi di attesa, semplificare gli accessi e assicurare la presa in carico da parte degli specialisti in caso di patologie croniche o in caso di necessità di approfondimenti diagnostici”. Sono previsti vari tipi di azioni, dalla ridefinizione degli ambiti territoriali anche interaziendali in cui devono essere assicurati i tempi di attesa alla costituzione in ogni UIss di team multidisciplinari per la gestione delle critichità e per monitorare i risultati.
BASTA CODE ALLE CASSE – L’idea è che tutto debba essere più semplice. E che se già ci sono le liste d’attesa, non si debba poi fare anche una coda per pagare. Di qui la previsione di attivare progetti innovativi come il Cup (Centro unico prenotazioni) on line per prenotare l’appuntamento in modalità self service. E poi il ReCall, cioè un sistema automatico regionale che contatta l’assistito per ricordare via telefono, sms, App, la visita in scadenza e richiedere conferma o cancellazione. La cancellazione on demand, un sistema automatico regionale tramite il quale l’assistito comunica H24 la cancellazione della sua prenotazione via telefono (con operatore virtuale) o via App. Infine, la possibilità di pagare il ticket via smartphone per evitare un’ulteriore fila alle casse.
L’OPPOSIZIONE – «È un grande risultato raggiunto dall’opposizione: nella versione originaria del progetto di legge 23 le liste di attesa non venivano nemmeno menzionate, mentre per noi questo era un punto strategico. Si tratta di un’altra modifica importante che va a vantaggio dei cittadini veneti, ottenuta grazie al nostro lavoro, concreto e per niente ostruzionistico», hanno detto i consiglieri del Pd Claudio Sinigaglia, Stefano Fracasso e Orietta Salemi. Il rischio, però, è che resti tutto sulla carta. Di qui il monito del Pd: «La giunta deve elaborare il prima possibile il piano straordinario, sulla cui attuazione resteremo vigili».
STOP DEI LAVORI – Quella di ieri è stata la diciassettesima seduta del consiglio regionale dedicata alla riforma sanitaria. Definita l’Azienda Zero e la parte del sociale, manca solo la riduzione delle Ulss. Ma se ne riparlerà al rientro dalle ferie dei consiglieri: si torna in aula il 30 agosto. (Il Gazzettino)
5 agosto 2016