di Roberto Poggiani. Nei giorni scorsi il presidente Aivemp, Bartolomeo Griglio, ha indirizzato alle Regioni una lettera aperta in cui chiede a governatori, assessori e direttori regionali della sanità “un’attenta valutazione sulle scelte effettute dai direttori generali delle Asl nella definizione del modello organizzativo dell’Autorità competente locale sulla sicurezza alimentare”. Spiega Griglio che, a fronte della destrutturazione dell’area di sanità veterinaria e sicurezza alimentare messa in atto in alcune Regioni, andrebbe avviata una riflessione sull’importanza di dotare le Regioni di un modello organizzativo come quello prefigurato dal Decreto Balduzzi che è, ricordiamolo, legge dello Stato e che le allineerebbe all’organizzazione nazionale ed europea. Come Sivemp Veneto non possiamo che salutare con favore l’iniziativa dell’Aivemp, che ripercorre in gran parte le motivazioni che ci hanno spinto a denunciare e contrastare in ogni sede le scelte della Regione Veneto di “disarticolare” i servizi veterinari.
Proprio un anno fa il Sivemp ha depositato il ricorso al Tar contro la delibera regionale 975 che dettava le linee guida per gli atti aziendali delle Asl venete e l’organizzazione dei Dipartimenti di prevenzione, decapitando i servizi veterinari, privandoli di autonomia e intaccandone di conseguenza gravemente l’efficienza e l’operatività. In palese difformità con il decreto Balduzzi e lo stesso Pssr. Dopo la nostra impugnazione la Regione Veneto aveva revocato la 975 che era stata sostituita dalla dgr 2271. La nuova delibera però non solo ha riproposto le previsioni già contestate dal Sivemp, ma introdotto ulteriori elementi di incongruenza. Da qui l’impugnazione della nuova delibera e dei conseguenti atti aziendali se non rispettosi della normativa nazionale e regionale.
Atti aziendali che spesso sono “illegittimi” persino rispetto alla stessa dgr 2271 che dovrebbero recepire. Ma su cui la Regione, nonostante queste palesi difformità, non ha esitato a porre il proprio “visto” di congruità. Eppure in alcuni casi si tratta di previsioni tra le più fantasiose, con servizi veterinari articolati su una o due strutture complesse, accorpamenti “inediti” di aree diverse, servizi che sono letteralmente spariti e non sono più prefigurati neppure come strutture semplici, senza alcun rispetto delle diverse specializzazioni. Alla faccia del decreto Balduzzi che stabilisce che “le strutture organizzative dell’area di sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare operano quali centri di responsabilità, dotato di autonomia tecnico-funzionale e organizzativa”!
Ora Griglio afferma che l’attuazione delle disposizioni di legge rappresenta in realtà “un’occasione da non perdere” perché se gli atti aziendali in alcune Regioni non seguono il modello Balduzzi ne derivano “ricadute sulla sicurezza degli alimenti e quindi maggiori pericoli per i consumatori, oltre ad influire in negativo sulla credibilità del sistema dei controlli con un possibile impatto sull’export dei prodotti alimentari made in Italy”.
Le competenze sulla sicurezza alimentare afferiscono in tutta Europa ai medici veterinari e “disconoscerlo secondo logiche organizzative basate su meri obiettivi di riduzione della spesa o di interessi locali” argomenta il presidente Aivemp, “rischia solo di aumentare i contenziosi davanti al Tar, oltre a creare una riduzione di competenze con conseguenti inefficienze”.
A proposito di competenze… ora siamo in attesa di veder chiaro negli ultimi modelli organizzativi di riordino della macchina regionale, che sono stati proposti o sono in corso di deliberazione. Modelli che, secondo le previsioni del Pssr, andrebbero poi ad essere calati nelle realtà locali…
La lettera Aivemp alle Regioni
9 novembre 2014