Cinquantotto positivi e 107 negativi. Ieri mattina gli operatori dell’Usl 2 sono tornati all’ex caserma Zanusso di Oderzo per completare l’analisi sulla diffusione del Covid-19 tra i migranti ospitati dalla struttura. Un profugo su tre dei 165 che si sono sottoposti all’esame è risultato positivo al test rapido ed è stato posto subito in isolamento. Una prima indicazione che ora andrà confermata dall’esito del tampone molecolare i cui risultati dovrebbero essere disponibili nelle prossime ore. Stesso discorso per i 3 casi di positività rilevati tra i 14 operatori controllati.
Il personale dell’azienda sanitaria, in presenza del direttore Franesco Benazzi, sè arrivato all’ex caserma intorno alle 9.30. Ad attenderli vi era Gian Lorenzo Marinese, presidente della cooperativa Nova Facility che gestisce l’accoglienza nella struttura, che nei giorni scorsi insieme agli operatori e ai mediatori culturali ha illustrato nel dettaglio ai migranti la procedura e le misure di contenimento del virus definite dalle autorità sanitarie italiane. In questo modo anche i migranti che la scorsa settimana avevano rifiutato di sottoporsi al tampone hanno dato la loro disponibilità, scansando i timori per tensioni come quelle verificatesi a luglio nell’ex caserma Serena di Casier.
Tutti gli ospiti della struttura dovranno ora rimanere in quarantena all’interno dell’ex caserma fino al 9 ottobre e i negativi saranno separati dai positivi visto che la struttura è sufficientemente grande per mettere in sicurezza gli ospiti. Il giorno prima della scadenza della quarantena (l’8 ottobre) i sanitari dell’Usl 2 torneranno per un secondo round di tamponi che serviranno da un lato a verificare la negativizzazione dei positivi e dall’altro l’eventuale insorgenza di nuovi casi. Il 9 ottobre tutti i soggetti negativi potranno lasciare la struttura, dove nel frattempo sono stati allestiti una nuova tenso struttura e un nuovo container bagni dedicati ai positivi. Il prefetto Maria Rosaria Laganà ha stabilito nel corso di una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di attivare fino a quel giorno un presidio di vigilanza continuativo da parte delle forze di polizia per assicurare che nessun ospite lasci l’ex caserma. La situazione al suo interno, fa comunque sapere la Prefettura, «è tranquilla e gli ospiti stanno tenendo, al momento, un comportamento improntato alla collaborazione». Nel frattempo continua a salire il numero di studenti trevigiani posti in quarantena. Ieri è stata fermata l’attività di altre due classi, che salgono così a 23, per l’insorgenza di nuovi casi. La prima in una Primaria del distretto di Treviso e la seconda in un istituto del distretto di Pieve di Soligo. Una misura cautelare trattandosi di classi prime e a seguito di una singola positività tra gli alunni. Continua infine lo screening della popolazione nell’area dell’ex Dogana di Treviso. Nel corso della giornata di ieri si è formata l’ormai solita coda di veicoli in direzione del drive-in dei tamponi. Tra i minori sottoposti a controlli la mattina e gli altri cittadini nel resto della giornata, sono stati eseguiti complessivamente 945 tamponi. Di questi, solamente 23 sono risultati positivi, vale a dire il 2,43%.