di Renzo Mazzaro dal Mattino di Padova. Parte male, anzi non parte affatto, il nuovo servizio di brokeraggio assicurativo affidato dalla giunta regionale l’11 febbraio scorso a Willis Italia, in associazione con Arena broker: il Tar del Veneto ha accolto il ricorso di uno degli esclusi, Mash Italia, società americana come Willis, sospendendo l’esecutività della delibera firmata da Luca Zaia. L’udienza per discutere nel merito è rinviata a luglio. È presto per dire se il blocco si trasformerà in paralisi, con la necessità di rifare la gara, per un appalto che vale 7.500.000 euro di provvigione come base d’asta e dura 6 anni. Nelle 40 pagine dell’esposto presentato dall’avvocato milanese Stefano Soncini per conto di Mash, si lamentano irregolarità di ogni tipo, incluso il fatto che la documentazione di Willis non è stata scritta «in carattere arial 12 interlinea singola» come prevedeva il bando. Sai tu cosa cambiava.
Ma ce ne sono di molto più serie. Una in particolare avrebbe fatto breccia al Tar: la commissione aggiudicatrice sarebbe stata viziata da conflitto d’interesse di uno dei componenti. Si tratta di Roberta Sardos Albertini, avvocato di Verona, docente di farmacologia nella facoltà di medicina dell’ateneo veronese, al quale Willis intende subappaltare i corsi di formazione del personale per la gestione del rischio clinico negli ospedali.
La commissione aggiudicatrice era composta da tre persone. Due esterne alla stazione appaltante: la stessa Roberta Sardos Albertini (che peraltro lavora all’Azienda Ospedaliera di Verona) e un altro avvocato, Amleto Cattarin. Più il presidente Nicola De Conti, dirigente regionale del servizio acquisti, stazione appaltante, anch’egli avvocato.
Mash contesta il ricorso a commissari esterni senza che sia stato spiegato perché, in presenza di personale regionale all’altezza del compito. Tra l’altro gli esterni vanno pagati. I corsi di formazione hanno l’obiettivo di attrezzare gli ospedali del Veneto a gestire in proprio la responsabilità civile per i danni fino a 500.000 euro provocati ai pazienti. Sopra questa soglia, la copertura spetterà alle compagnie, che dovranno essere individuate dal broker, sia Willis o chi altri.
La gestione diretta dei sinistri è un modello sperimentale avviato dalla giunta Zaia nel 2012. Il sistema ha preso piede anche in altre regioni ma, a parte gli intoppi veneti, presenta una falla vistosa sul fronte del personale medico e infermieristico, di cui non si parla. Quando il rischio era addossato per intero alle compagnie di assicurazione, il personale integrava la polizza con un versamento di tasca propria e si proteggeva anche per i casi di colpa grave. Pagava la compagnia.
Adesso la compagnia è sostituita dall’Usl fino a 500.000 euro di danni: se l’Usl oltre alla responsabilità civile copre anche la colpa grave del dipendente, viene inseguita dalla Corte dei conti per danno erariale. «Il problema è nazionale, l’abbiamo trattato in conferenza Stato Regioni» ammette l’assessore alla sanità Luca Coletto. «C’è stata anche un’audizione in commissione affari sociali della Camera un mese fa. La copertura assicurativa per medici e infermieri è un obbligo di legge, non si sgarra: anche in questa fase il personale versa una quota integrativa all’Usl e viene coperto per il rischio clinico. Certo, per la colpa grave una soluzione va trovata».
Il Mattino di Padova – 24 aprile 2014 (pubblicato il 27 aprile 2014)